martedì 29 ottobre 2013

Sporogenesi



Non amo molto la stagione Autunnale, ma c'è qualcosa che matura nelle viscere della terra come è maturato in me in questi lunghi mesi di assenza; al buio nell' umido primordiale di sensazioni così decise e così trascinanti da aver nutrito più del dovuto gli strati più profondi delle mie radici.
Matura una vita sconosciuta, una vita che ha bisogno di così poco per nascere e svilupparsi da trovare ovunque la possibilità di mostrare tutte le sue caratteristiche: sotto terra si agglomera, si forma, si ciba e poi scava con eleganza la sua strada verso l' aria, conscia di milioni di anni di consapevolezza.
E' una vita che non si preoccupa di cambiare, è una vita che non si preoccupa dell' ambiente circostante, è una vita che si costruisce da una sola cellula, da una fibra e dai minerali della terra stessa.
Insomma è una vita così elementare ed affidabile che non ha nessun interesse nel cambiare, se non in maniera impercettibile durante le ere; è una vita che si costruisce per diventare più salda e più nutriente per quello che verrà dopo.


E' una vita che mi somiglia, è una vita che ha mantenuto il sembiante più antico e quindi, soprannaturalmente, più alieno per chi, adesso, non riesce più a guardare sotto i propri piedi e cerca di muoverli convulsamente nella disperata ricerca di un cambiamento che dimentica le forme e le sostanze più essenziali.

Intanto, il vento porta nuvole sempre più gonfie.



"Non so se tutti hanno capito, Ottobre
La tua grande bellezza
Nei tini grassi con le pance piene
Prepari mosto e brezza
Prepari mosto e brezza
Lungo i miei monti come uccelli tristi
fuggono nubi pazze
Lungo i miei monti colorati in rame
fumano nubi basse
fumano nubi basse"



[F. Guccini - Canzone dei Dodici Mesi]