domenica 13 aprile 2014

20 Gennaio 2002




In campo c'era la mia squadra di Rugby, quella della mia città -ovviamente- un manipolo di sciamannati entusiasti di aver creato, dopo due anni di duro sacrificio una squadra regolare di Rugby (anche se senza Panchina, era un lusso per una squadra giovanile di Serie C). Contro di noi una delle favorite, Pomigliano Rugby, il terrore della nostra prima amichevole (Fu una carneficina finita 96 a 7 per loro che schierarono tra le loro fila un paio di ragazzi che avevano tutt' altro che 17 anni) il quale scese in campo, sul nostro campo in terra nera e cocci, con la sicurezza assoluta di giocare un incontro di allenamento, ma tant'è che la sfida iniziò e al fischio d' inizio noi corremmo come dei forsennati. 

Dopo i primi minuti conducevamo la partita per 3 a 0, un calcio di punizione dall' origine controversa e che fu trasformato per pura fortuna; ma in quel momento tutto faceva brodo e il nostro umore saliva verso vette indecifrabili. Passa mezz' ora e in un' azione che sembrava non avere nemmeno la pretesa di essere un' azione offensiva, inizia una pressione gigantesca che ci porta oltra la linea di meta, una schiacciata liberatoria che ci porta sull' 8 a 0 per noi, gaudenti e con i polmoni pieni di quell' adrenalina che evaporava all' interno stesso dei nostri corpi, tanto dalla pressione che saliva.
Finisce il primo tempo, muti, mordendoci le labbra per non gridare subito alla vittoria, vincevamo e nessuno di noi aveva intenzione di perdere e faceva un freddo così tagliente che il terreno del campo si stava trasformando in una distesa di lamelle di terriccio congelato.

Inizia il secondo, noi ci lanciamo come barbari, loro cercano di schivarci, noi reagiamo, placchiamo, spingiamo, loro cominciano con le scorrettezze, inserimenti storti in mischia, strattoni in touche e qualche sgambetto nei punti d' incontro...ad un certo punto,però, il cuore smette di battere a tutti noi per pochi secondi: vediamo solo una palla che fugge in mano ad un nostro compagno di squadra (Santino, ovunque tu sia adesso nel paradiso degli sportivi e degli Ultras) comincia a caracollare freneticamente verso la linea di meta avversaria col pallone tra le braccia.

- FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
-Cos'è stato? Perchè? Che sta facendo? Non è fallo!
Mentre noi razionalizziamo il momento e il motivo del fischio dell' arbitro, non riusciamo nemmeno ad avere il tempo di sentire "In avanti, Mischia" che Santino scaglia in un gesto di stizza il pallone verso terra, il quale rotolando colpisce l' arbitro
...Cartellino Rosso, comportamento antisportivo. Cazzo, siamo 14.

Quella partita l' abbiamo persa 13 a 8, loro segnarono due mete in due azioni completamente irregolari. Ci dicemmo tra di noi: Vabbè è come se avessimo vinto noi. Perchè conoscevamo lo sforzo che avevamo fatto, perchè sapevamo che loro avevano giocato sporco, perchè sapevamo benissimo che noi eravamo una compagnia di ventura di giovani "schiodati"... ma il campionato no, ne' la società, ne' la federazione rugby.Quella partita l' abbiamo persa e quando parlammo con l' allenatore lui ci disse:"senza retorica, abbiamo perso, la decisione dell' arbitro è stato l' ago della Bilancia, ma ricordatevi che senza Arbitro, però, non si gioca a Rugby".E qeusta cosa ce l' ha ripetuta per anni...


poi, dopo 3 anni, però, salimmo in serie B.